Siamo perplessi (e delusi).
La Federazione Italiana Pallacanestro, nell’imminenza della scadenza dei provvedimenti legislativi assunti per il contenimento della pandemia nel periodo delle festività, comunica di aver inviato al CONI la lista aggiornata delle categorie di preminente interesse nazionale che include anche la Serie C Gold e Silver, la Serie B femminile e tutta (solo) l’attività giovanile che prevede una fase finale nazionale. In sostanza gli atleti che partecipano a uno di questi campionati potranno riprendere a giocare ed allenarsi al chiuso di una palestra.
Continua a rimanere fuori la “base”, quella vera, quella di cui noi ci onoriamo di far parte, quella dei bambini e bambine, quella dei ragazzi e ragazze che crescono inseguendo un sogno o magari che giocano “solo” per divertirsi e crescere in ambienti “sani”, quella dei senior che “non mollano mai”, quella che segue i campionati e gli atleti di “vertice” per parlarne con gli amici e tentare di emularne le gesta…
Fino a prima di questa comunicazione pensavamo che la nostra Federazione, pur dopo aver giustamente redatto e fatto osservare dei protocolli assolutamenti stringenti e che molte altre Federazioni ed Enti Sportivi hanno preso a riferimento, a Ottobre avesse voluto assumere un indirizzo molto rigoroso (fin troppo, nostra semplice opinione) ma coerente con i principi e le linee guida che hanno ispirato gli ultimi DPCM.
Questa almeno era la spiegazione che ci eravamo dati noi, l’unica che a nostro avviso potesse giustificare il blocco praticamente totale di tutti i campionati (fatta eccezione per quelli “professionistici”) e la disparita’ di trattamento e gestione rispetto al fatto che altri Enti di Promozione Sportiva o Federazioni Sportive in modo molto piu’ disinvolto e “flessibile” hanno invece permesso (e continuano a permettere) ai propri atleti quantomeno di continuare ad allenarsi al chiuso.
Ora non sappiamo piu’ cosa pensare.
Non capiamo perche’ un ragazzo/a di 18 anni (o uno di 25, 30, 50..) non possa allenarsi se partecipa “solo” ad un campionato di Promozione, di serie D o C (femminile); forse il virus non attacca se il campionato e’ di serie C (maschile) o di serie B (femminile)?
Non capiamo perche’ un ragazzino di 14, 15 o 16 anni, debba “sognare” in modo diverso a secondo se il “suo” campionato (o la sua societa’) e’ di un tipo oppure un altro; forse un ragazzino che fa un campionato di Eccellenza, che magari per mesi gioca e si allena nello stesso campo di un altro ragazzino che pero’ fa “solo” un campionato Silver, ha piu’ anticorpi degli altri suoi coetanei?
A noi messe cosi le cose ci sembrano tutte troppo discriminatorie… capiamo il tentativo di tutelare investimenti “grossi”, il “vertice”, e siamo contenti per chi potra’ riprendere ad allenarsi e giocare, ma attenzione: se non si tutela la “base” tutto e’ destinato a fallire.
Per dirla con le parole di uno dei Capitani delle nostre squadre Senior, noi sinceramente non lo sappiamo se è giusto o no riprendere l’attività in questo momento, ma non ci sembra sicuramente ne’ opportuno ne’ giusto che si possano fare ulteriori distinzioni (e discriminazioni) tra sportivi e atleti di serie A, B, C…. Z, soprattutto poi per quanto riguarda i campionati giovanili, sia maschili che femminili!!
Senza la “base” non esiste “vertice”.