Mensa o palestra ?

Abbiamo appreso, dai social, che lunedi prossimo 12 aprile, tra meno di 24 ore, la palestra della Corrado Melone sara’ adibita a mensa e non sara’ piu’ disponibile per le attivita’ sportive, interne o esterne alla scuola, in modo da poter garantire il distanziamento fisico di 2 metri ai bambini che mangiano; “problema risolto!”, abbiamo letto e ascoltato in vari post e interviste radiofoniche del Dirigente Scolastico di riferimento.

Siamo molto amareggiati.

La palestra Corrado Melone, in attesa del sempre piu’ benedetto Palazzetto dello Sport, e’ l’unica struttura comunale che per dimensioni e caratteristiche del campo consente alle associazioni sportive del territorio, in particolare a quelle di pallacanestro, di partecipare ai campionati giovanili e senior organizzati dalla Federazione Italiana Pallacanestro o da altri Enti di Promozione Sportiva. 

Alcuni di questi campionati, definiti come di preminente interesse nazionale, sono gia’ iniziati (a porte chiuse ovviamente e nel rispetto delle normative anti COVID) mentre altri partiranno tra una o massimo due settimane; gli atleti coinvolti, grandi e piccoli, sono almeno un centinaio.

La necessita’ attuale di utilizzo di un nuovo ulteriore spazio mensa nasce dall’interpretazione, basata su principi di massima cautela (e, ci sia consentito dirlo, a nostro modestissimo e insignificante parere, fin troppo rigida) del Dirigente Scolastico della Melone circa un’indicazione data a meta’ marzo dall’Isitituto Superiore di Sanita’, assolutamente non prescrittiva (e’ stato definito “semplice invito” dagli stessi medici che hanno redatto il report in questione), e che riportiamo testualmente : 

Non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino la necessità di un incremento della distanza di sicurezza a seguito della comparsa delle nuove varianti viralituttavia, si ritiene che un metro rimanga la distanza minima da adottare e che sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri, laddove possibile, e specialmente in tutte le situazioni nelle quali venga rimossa la protezione respiratoria (come, ad esempio, in occasione del consumo di bevande e cibo)”.

Purtroppo, come spesso capita, su molte cose, anche importanti, la normativa di riferimento lascia libera interpretazione a chi e’ nel posto giusto al momento giusto, o a chi semplicemente si ritrova “col cerino in mano” e deve fare qualcosa prima di bruciarsi; e cosi, nel caso specifico, pur comprendendo almeno una parte dei razionali a monte della decisione presa, vorremmo ora emplicemente evidenziare alcune cose, sempre dal nostro piccolo punto di vista: 

–          Un problema, quale che sia, puo’ dirsi risolto quando la soluzione trovata non ne crea altri

–          Come una delle ASD che da Settembre hanno la concessione stagionale d’uso da parte del Comune (ma anche grazie al Dirigente Scolastico, e’ giusto dirlo) ora abbiamo il problema di trovare nuovi spazi, che gia’ di per se’ sarebbe compito da super eroi, diventa realmente impossibile farlo in meno di 48 ore

–          Come ASD, a campionati in corso (a porte chiuse, ma comunque in corso), ora abbiamo il problema di dover pagare penali per spostamento di  date/orari/sedi di gare o, peggio, di dover pagare salate multe per rinunce al campionato

–       Come ASD ora abbiamo il problemadi veder vanificati i nostri sacrifici e investimenti economici per garantire finora lo svolgimento in sicurezza di  allenamenti e partite di campionato (tamponi, igienizzazioni, sanificazioni, dispositivi di protezione individuale, etc.) 

–          Gli atleti di basket, grandi e piccoli, le loro famiglie, ora hanno il problema  di trovarsi improvvisamente senza piu’ le opportunita’ di svago, socializzazione, benessere psico-fisico che, proprio di questi tempi, sono (erano) ancora piu’ importanti che mai prima

–          I nostri atleti e i nostri collaboratori sportivi ora hanno il problema di vedere i loro sforzi e i loro sacrifici (umani, economici, temporali) improvvisamente vanificati

Quindi no, il problema iniziale non e’ stato risolto, non ancora.

Noi forse siamo stati fortunati, ma dal 2018 (quando siamo “nati”) ad oggi abbiamo sempre trovato persone di buona volonta’, nell’Amministrazione Comunale e nei Dirigenti Scolastici dei vari Istituti di Ladispoli in cui “lavoriamo”, persone che ci hanno permesso di far crescere la nostra passione e di trasmetterla a tanti giovani e giovanissimi; vogliamo sperare che, ancora una volta, ci si possa ripetere, vogliamo sperare che anche questo problema possa essere veramente risolto, che ci sia maggiore comprensione, maggiore flessibilita’.   

La scuola e’ di tutti, si gridava una volta, le palestre anche, vorremmo aggiungere noi. 

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